The Beast – Recensione del Film di Bertrand Bonello con con Léa Seydoux e George MacKay

The Beast – Recensione del Film di Bertrand Bonello con con Léa Seydoux e George MacKay

The Beast: in consorso al Festival Internazionale del Cinema di Venezia, in sala la affascinante e visionaria pellicola sci-fi liberamente tratta da La bestia nella giungla di Henry James di Bertrand Bonello, regista di culto di Coma, Zombie Child e Saint Laurent, con Léa Seydoux e George Mackay.

In un futuro molto prossimo, come da tradizione della letteratura e la cinematografia distopica, l’umanità è soggiogata dall’intelligenza artificiale che costringe chiunque voglia lavorare a ripulirsi da emozioni troppo intense ritenute deleterie per i processi produttivi che richiedono lavoratori sereni e pacificati. La procedura per purificare il DNA prevede per chiunque accetti di intraprenderla un viaggio nelle vite passate per affrontare i traumi irrisolti che inevitabilmente appesantiscono la coscienza e impediscono quella agognata neutralità necessaria a essere lavoratori ubbidienti e buoni consumatori.

Gabrielle, stufa di fare lavori ripetitivi a causa della sua eccessiva emotività, accetta di sottoporsi alla procedura che la porta a rivivere le sue vite passate. In questo straordinario viaggio avrà modo di rendersi conto di alcune costanti nelle sue esistenze come la presenza di Louis, che inevitabilmente le genera in lei intensi sentimenti d’amore, e la costante sensazione premonitrice che qualcosa di catastrofico la sta per colpire. Come frequentemente avviene nella letteratura, vedi Cime Tempestose, le catastrofi naturali sono eventi sincronici dei violenti moti interiori dei protagonisti, come rappresentato ironicamente da Guadagnino nel suo ultimo Challengers. Così avviene nella pellicola del visionario regista francese nella quale alluvioni o terremoti preludono il dramma interiore vissuto dai protagonisti purtroppo spesso incapaci di essere all’altezza del proprio destino.

Tre sono i piani temporali rappresentati nell’opera sono la Parigi di oggi, quella di ieri (XX secolo) e di domani (2044) ma anche una Los Angeles da sempre patria dei sognatori che nella maggiorpante dei casi vedono infrangere le loro speranze nella boulevard of broken dreams. Nonostante la differenze temporali le vite narrate sono profondamente interconnesse e richiamano quel concetto di universo non locale, frattale e atemporale richiamato tanto dalla mistica (registri akashici) quanto dalla fisica quantistica (campo quantico). Questo è infatti uno dei concetti più ostici di molte tradizione misteriche, richiamato tanto da quelle orientali a quelle occidentali passando per la fisica dei quanti, e fa riferimento al fatto che il tempo è solo una illusione della nostra esperienza terrena, in realtà tutto è già accaduto anche se abbiamo l’impressione di vivere una esperienza nella quale i fatti sono cosequenziali. Questa sarebbe la ragione per cui alcuni hanno la percezione. attraverso sogni premonitori, visioni del futuro e Déjà vu, di ciò che accadrà in futuro. Concetti che sfidano il libero arbitrio ma che assumono una dimensione totalmente nuova sotto la visione delle vite parallele secondo cui stiamo vivendo contempoeaneamente tutte le possibili versioni della stessa esistenza e tanto i traumi quanto la risoluzione degli stessi consentono di saltare da una linea temporale all’altra (come visto in Spider-Man: No Way Home oppure in Ant-Man and the Wasp: Quantumania per intenderci).

Una pellicola che per le sue riflessioni esistenziali e spirituali è in risonannza con molte grandi opere del presente e del passato (come non pensare a The Fountain di Darren Aronofsky, The Tree of Life di da Terrence Malick, The Book of Vision di Carlo Hintermann ma anche Dream Scenario di Kristoffer Bogli, Everything Everywhere All at Once dei Daniels). Con i film di Aronofsky, Malick e Hintermann condivide senza dubbio la tematica che fa riferimento a come le varie reincarnazioni coinvolgano sempre le stesse persone e come le stesse siano funzionali allo svolgimento degli stessi scopi e allo scoglimento dei medesimi traumi irrisolti. Concetti questi che si collegano a quello di inconscio collettivo di junghiana memoria di cui troviamo una splendida rappresentazione cinematografica in Dream Scenario con Nicolas Cage. Con il film dei Daniels, vincitore di ben 7 premi Oscar, The Beast infine condivide condivide la rappresentazione del fatto che le incarnazioni non sono solo in momenti temporali diversi ma anche in parallelo. Concetto quello delle vite parallele, che richiama la teoria della pluralità dei mondi di Giordano Bruno indicata anche nel Purāṇa vedico, che chiama in causa i traumi e le scelte come strumenti per intraprendere una linea temporale piuttosto che un’altra.

In buona sostanza The Beast è senza dubbio una delle opere più complesse e affascinanti uscite del 2024, una visione assolutamente imperdibile per coloro che sono affascinanti dalle tematiche esistenziali, filosofiche e mistiche. Ennesima prova del genio visionario di Bertrand Bonello.

The Beast vi aspetta in sala dal 21 Novembre 2024 grazie a I Wonder Pictures.

Regia: Bertrand Bonello Sceneggiatura: Bertrand Bonello, Guillaume Bréaud, Benjamin Charbit Con: Léa Seydoux, George MacKay, Guslagie Malanda, Dasha Nekrasova, Martin Scali, Elina Löwensohn, Marta Hoskins, Julia Faure, Kester Lovelace, Félicien Pinot, Laurent Lacotte Anno: 2023 Durata: 146 min Paese: Francia, Canada Produzione: Les Films du Bélier, My New PictureSons of ManualArte France Cinéma, Ami Paris DistribuzioneI Wonder Pictures

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