Honjok: Nelle librerie italiane grazie a Vivida il libro sul fenomeno dei giovani coreani che hanno scelto di cercare la felicità da soli.
Quale è il significato del termine coreano Honjok? Questo recente fenomeno diffuso in Corea, in particolare negli ultimi 10 anni, è un movimente culturale giovanile in parte riconducibile a quello dei Hikikomori giapponesi di cui si discute nel sol levante da almeno 30 anni.
Due fenomeni giovanili silenziosi, ma sempre più diffusi, di contrasto la cultura mainstream che delinea un file rouge nelle sottoculture di queste due grandi economie asiatiche. Entrambi questi fenomeni infatti sono definibili come sottoculture giovanili che si pongono in solitaria contrapposizione da un lato alla tradizionale cultura collettista tipica di tante nazioni asiatiche ma anche alle più brutali declinazioni del capitalismo che in tante parti del mondo ha raggiunto sfumature da incubo.
Gli Honjok sono giovani coreani che hanno scelto la solitudine come forma di libertà, una solitudine che è la inevitabile conseguenza della mancata adesione ad una cultura dominante nella quale si enfatizza il sacrificio, abnegazione e l’obbedienza alla gerarchia in ogni fase della vita e ad ogni forma di società collettiva, sia essa la patria, la famiglia o la azienda.
La vita dei Honjok passa attraverso una serie di rituali vissuti in solitaria ma condivisi sui social e la elaborazione di un nuovo linguaggio che definisce le attività fatte in solitaria (Honbap – mangiare da soli, Honsul – bere da soli, Honhaeng – Viaggiare da soli, Honyeong – guardare film da soli, Honsho – fare shopping da soli). Lo stile di una vita dei Honjok è piuttosto minimale con particolare attenzione alla interiorità e al piacere dei piccoli gesti quotidiani in contrapposizione con il mondo esterno visto come frenetico, invadente e competitivo. Un mondo esterno in cui l’autenticità è uccisa dai ritmi infernali e nei mille doveri impartiti dalla società.
Un forma di ribellione che richiama tanti dei personaggi della letteratura giapponese in particolare di banana yoshimoto, dediti a lavori part-time nella impossibilità di vivere una esistenza nella quale l’azienda è padrona assoluta della vita dei suoi impiegati. Una società nella quale esiste un termine per indicare il morire di lavoro.
Uno stile di vita minimale quello dei Honjok in linea con lo spirito globale di quelle nuove generazioni di tutto il mondo che si interrogano sulla reale necessità nell’acquestare qualsiasi nuovo oggetto, che vivono la frugalità come una nuova forma di libertà e di rispetto in un pianeta ammalato di consumismo.
Una forma ecologia che è anche una forma di ecologia interiore, consumare meno per lavorare meno, gestire meno per vivere più autenticamente.
Un movimento questo dei giovani coreani che amano fare le cose da soli in grande risonanza con i dibattiti internazionali contro la hustler culture e dei movimenti #YOLO (you only live once) che riportano al centro le rivendicazioni del singolo nella ricerca della felicità personale e che si intrecciano con le rivendicazioni femminili di tutte quelle donne, a partire dalle giovani coreane, che non vogliono aderire ai modelli che sono stati costruiti per loro da altri. Rivendicazioni che passano anche attraverso le dimissioni di massa che si sono verificate durante la pandemia ma anche attraverso il vivere ciascun giorno dedicandosi alla propria gratificazione personale, come se ogni giorno fosse l’ultimo.
Questa opera di Vivida Edizioni è una lettura divertente e appassionante, curatissima nella grafica, che si rivolge a tutti coloro che stanno cercando coraggiosamente il senso della loro vita in solitaria. Uno stile di vita che accomuna oramai milioni di persone nel mondo e che ha così tanto da dire di tutti coloro che stanno cercando un’altra strada.
Fino a qualche anno fa la parola honjok non esisteva. Il neoogismo, coniato in Corea del Sud unendo i termini hon (solo), e jok (tribù), è oggi diventato il simbolo del movimento sudcoreano che sfida la tradizionale visione della famiglia e dei ruoli in società. Decidendo di vivere e passare il tempo da soli, i giovani sudcoreani hanno trovato il modo di liberarsi dalle pressioni sociali e rivisitare il concetto di felicità. Una rivoluzione silenziosa, e un invito a usare il tempo che passiamo con noi stessi come un potente antidoto contro quelle norme e abitudini in cui non ci riconosciamo. Per scrivere questo libro le autrici hanno intervistato giovani, sociologi, gornalisti e fotografi sudcoreani. Hanno frequentato i blog e i forum su cui gli honjok condividono riflessioni, gioie e preoccupazioni. Cosi hanno realizzato il più approfondito libro illustrato su questo argomento che possiate leggere!
Vivida Editore
Le Autrici:
Silvia Lazzaris è giornalista, produttrice radio e scrittrice italiana residente in Inghilterra. Con il suo lavoro Silvia affronta questioni etiche legate all’implementazione di nuove tecnologie nella società e all’impatto delle pratiche umane sull’ambiente e le comunità.
Jade Jeongso An è social media manager, traduttrice e scrittrice di giorno, e cuoca ambiziosa di notte. Appassionata di cibo e sostenibilità, quando non scrive la si può trovare a veganizzare i suoi cibi coreani preferiti, o a cercare di aumentare la consapevolezza sulla crisi climatica attravero diversi account social media, tra cui @FaceResponsability.
Autore: Silvia Lazzaris, Jade Jeongso An Illustrazioni: Giovanna Ferraris, Francesca Leoneschi Anno di pubblicazione: 2021 Editore: Vivida Pagine: 143