Furiosa: A Mad Max Saga – Recensione del Film con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth

Furiosa: A Mad Max Saga – Recensione del Film con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth

Furiosa: A Mad Max Saga: accolta a Cannes 2024 con una standing ovation di oltre 8 minuti arriva in sala la pellicola di George Miller, nove anni dopo Fury Road, con Anya Taylor-Joy ad interpretare la giovane Charlize Theron.

Furiosa: A Mad Max Saga è l’ultimo monumentale capitolo di una saga nata 45 anni di film d’azione post-apocalittici creati dall’australiano George Miller. Una epopea cinematografica assolutamente iconica nota per le loro intense scene di inseguimenti automobilistici, tematiche distopiche e l’iconico stile post-punk. Una saga che da oltre 40 anni garantisce altissimi livelli in qualità in termini di azione e specificità di caratteristiche e contenuti portando su grande schermo tematiche assolutamente attuali – sia in termini ambientali che in termini filosofico/esistenziali – come la lotta per le risorse, la sopravvivenza in un mondo ostile e la redenzione personale.

Come da tradizione nell’universo di Mad Max troviamo un mondo nel pieno della decadenza e della più cupa distopia. La giovanissima Furiosa viene rapita dal Luogo Verde delle Molte Madri da un’orda violenta di motociclisti capitanata dal signore della guerra Dementus (Chris Hemsworth). Trascorrerà quindi la sua giovinezza da schiava, diventando poi anch’essa guerriera in cerca di vendetta verso quel Dementus che le ha rubato la vita. Nel pieno del viaggio attraverso le Terre Desolate giungono alla Cittadella presieduta da Immortan Joe che finirà per scontrarsi con Dementus mentre Furiosa deve riuscire a sopravvirere e congegnare un modo per tornare a casa.

Ben nove anni sono passati da quando Miller ci ha condotto nell’epico mondo di Mad Mad: Fury Road, ed ora ci porta nel passato di Furiosa, che viene orribilmente rapita all’inizio del film quando è ancora una bambina (interpretatat dalla splendida piccola Alyla Browne forse ancora più convincente di Anya Taylor-Joy) e da questo trauma e dal brutale mondo nel quale viene catapultata delinea il destino della sua vita inevitabilmente intrecciato con Dementus e il principio di quella che è la sua leggendaria esistenza.

Di sicuro non si può non sentire la mancanza di una presenza altera e granitica come Charlize Theron nell’interpretare quel meraviglioso personaggio in Mad Mad: Fury Road, che però non sarebbe chiaramente stata adatta ad un prequel nè tantomeno si è convita ad utilizzare tecnologie di ringiovanimento.

Pienamente in parte anche Chris Hemsworth che propone un Dementus granitico, esilarante, istrionico, in pieno delirio di onnipotenza che cita esplicitamente il personaggio di Toecutter. Una parte che attribuisce finalmente a Hemsworth il giusto posto nel novero dei grandi attori che ancora non aveva nonostante il successo commerciale.

La saga continua con successo a ricomporre i pezzi del suo complesso puzzle che lungi dall’essere semplicemente una narrazione epica e muscolare parla invece al presente molto più di quanto siamo propensi a pensare. Una capitolo questo che fra i suoi diversi ed interessanti piani di lettura può essere anche interpretato come una affascinante metafora della aggressione violenta delle culture patriarcali nei confronti di quelle matriarcali, non a caso il tema portante della pellicola è la ricerca del Luogo Verde delle Molte Madri l’ultima oasi da depredare. Tanto per fare un esempio di colonizzazione predatoria l’Impero Romano – emblema storico del machismo e del colonialismo – che ha spazzato via quello etrusco in cui le leadership erano di stampo femminile. In questi due ultimi capitoli è infatti chiaro l’intento di Miller di delinare il percorso del femminile abusato che si autodetermina prima attraverso la guerra – quindi aderendo anch’essa al modello del machismo – e poi elaborando essa stessa una nuova strada.

Insomma una pellicola che è di per sè una meraviglia, coaudiuvata da una favolosa sceneggiatura che George Miller ha curato insieme a Nico Lathouris, che la visione su grande schermo esalta all’ennesima potenza per la sua spettacolarità. Un’opera altamente ambiziosa che cita le grandi pellicola epiche di oggi e di ieri azzardando omaggi ai western Sergio Leone e Ben-Hur e che si avvale del lavoro straordinario del suo cast il cui lavoro è espresso in larga parte attraverso gli sguardi dei suoi protagonisti. Se infatti Dementus è un totale logorroico Anya Taylor-Joy ha invece pochissime battute, 28 in tutta la pellicola, è basa quindi tutta la sua interpretazione sulla potenza della sua espressione e del suo celeberrimo sguardo che buca letteralmente la cinepresa.

Non possiamo che consigliare caldamente la visione di Furiosa: A Mad Max Saga, tassativamente su grande schermo, in attesa del prossimo capitolo, The Wasteland, a cui George Miller sta già lavorando. Non vediamo l’ora.

Furiosa: A Mad Max Saga sarà distribuito nelle sale italiane a partire dal 23 maggio 2024 da Warner Bros. Pictures.

Regia: George Miller Sceneggiatura: George Miller, Nico Lathouris Con: Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth, Lachy Hulme, Tom Burke, Nathan Jones, Angus Sampson Anno: 2024 Durata: 148 min. Paese: Australia, Stati Uniti d’America Produzione: Village Roadshow Pictures Kennedy Miller Mitchell Distribuzione: Warner Bros.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *