Barbie – Femminismo in Rosa nel Film di Greta Gerwig – Recensione Film

Barbie – Femminismo in Rosa nel Film di Greta Gerwig – Recensione Film

Barbie: la regista di culto Greta Gerwig, candidata all’Oscar per Piccole Donne e Lady Bird, torna al cinema grazie a Warner Bros con il film sull’iconica bambola della Mattel.

La vita a Barbie Land vuol dire essere perfetti in una città perfetta, ma cosa succederebbe se addirittura questo mondo fatato iniziasse a perdere colpi?

Purtroppo neanche la bambola califoniana della Mattel più conosciuta di sempre è esente dai drammi della vita quotidiana. I suoi piedi sono improvvisamente diventati piatti e fatica a portare i tacchi con cui svetta da sempre, viene travolta da attacchi ansia e pensieri di morte, le giornate non sono più il consueto stucchevole spot pubblicitario fatto di spiagge e feste.

Travolta dalla cellulite e da problemi esistenziali persistenti come una cistite, Barbie diventa improvvisamente “una di noi” ed è costretta a confrontarsi con un mondo reale fatto di patriarcato, molestie psicologiche e sessuali e soprattutto un mare di ex bambine di tutto il mondo che la accusano di essere l’emblema di tutti i mali.

Come se non bastasse c’è da affrontare anche la crisi del fragile ego maschile di tutti i Ken del mondo che sembrano essere solo capaci di oscillare fra un ridicolo modello machista e un altrettanto ridicolo modello di fidanzato accessorio/zerbino. Ce la farà la nostra bambola preferita a salvare il mondo delle bambole? 

Greta Gerwing fa parte di quella generazione di giovani registe che ha preso seriamente a cuore la questione femminile, così lontana dall’essere risolta visto che neanche le società più avanzate riescono a garantire equità di trattamento alla metà rosa della popolazione mondiale. Fra tutti i mestieri quello del regista è tra l’altro uno dei più sessisti in assoluto, popolato com’è da una spaventosa prevalenza di uomini in tutte le nazioni del mondo.

La cinematografia della Gerwing è una lunga riflessione cinematografica sui ruoli di genere che è sviscerata a intensità differenziate durante tutta la sua produzione ma che giunge al suo culmine attraverso lo vivisezione dello stereotipo femminile per eccellenza rappresentato dalla Barbie. Per farlo la regista si avvale della collaborazione di Noah Baumbach, con cui ha condiviso la scrittura della sceneggiatura. Una coppia sentimentale e artistica che ha inanellato nello stesso periodo due delle pellicole più incisive del recente passato relative appunto alla questione femminile, Piccole Donne e Storia di un Matrimonio.

Decisa da alzare nettamente la posta Greta porta il dibattito al limite estremo in una impresa cinematografica altamente sfidante. Barbie è infatti la trattazione cinematografica delle tante dimensioni attraverso le quali è stata descritta e vissuta la bambola per bambine più discussa di sempre.

La storia di Barbie è effettivamente deflagrante e controversa. Da un lato infatti con il suo decennale successo ha spazzato via come un tornado il parco di giocattoli femminili degli anni 50 cambiando il modo con cui le bambine hanno iniziato a pensare a se stesse con la sua immagine sensuale e volitiva, non più solo madre. Allo stesso tempo la sua figura è sempre stata al centro delle polemiche di tutti coloro che l’hanno giustamente vista come uno dei simboli più rappresentativi del capitalismo consumista, emblema di modelli femminili irraggiungibili sia esteticamente che professionalmente.

In buona sostanza la regista newyorkese ha rappresentato narrativamente il feroce dibattitito di chi ha visto Barbie come un modello di Empowerment Femminile e di chi la accusa di aver distrutto l’autostima di milioni di bambine con il suo finto modello di perfezione. Una trattazione sofisticata, sotto sembianze gigionesche, che evidenzia con cristallina limpidezza quanto i modelli siano variabili a seconda delle esigenze della società e ciò che ispirante per le madri può essere considerato vetusto e deleterio per le figlie.

Pellicola divertente e ironica pur essendo calata in una articolata riflessione antropologica Barbie solletica il suo pubblico di donne adulte, e non solo, attraverso una complessa operazione nostalgia, a tratti schizzofrenica, fatta di ricordi collettivi (chi non ha devastato esteticamente una Barbie o controllato cosa ci fosse sotto i vestiti) e citazioni cinematografiche iconiche (Da 2001 Odissea nello spazio, a Matrix, al Truman Show, passando per Karate Kid/Cobra Kay). 

Greta Gerwing con il suo ambizioso film vince la sfida della riflessione colta mascherata da intrattenimento pop riuscendo a fare confrontare due stridenti realtà parallele, quella idealizzata infantile e quella brutale della realtà proponendo infine l’unica possibile soluzione ai problemi esistenziali di tutte le donne e gli uomini del mondo:

Conosci te stesso

Oracolo di Delfi

perché qualsiasi modello per quanto favoloso non potrà mai calzare perfettamente su nessuno, a parte forse una bambola.

Barbie è in uscita nelle sale cinematografiche italiane dal 20 luglio 2023, grazie a Warner Bros. Pictures.

RegiaGreta Gerwig Sceneggiatura: Greta Gerwig ConMargot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Issa Rae, Rhea Perlman, Hari Nef, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Connor Swindells, Michael Cera, Sharon Rooney, John Cena, Kingsley Ben-Adir, Simu Liu, Ariana Greenblatt, Scott Evans, Jamie Demetriou, Dua Lipa, Ncuti Gatwa, Nicola Coughlan, Emerald Fennell, Ana Cruz Kayne, Will Ferrell, Ritu Arya Paese: USA Anno: 2023 Durata: 114 minuti  DistribuzioneWarner Bros italia 

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